La nebbia avvolge le strade di Londra come una cappa impalpabile eppure ugualmente oppressiva. I suoni giungono distanti ed ovattati, come se la nebbia avesse la proprietà di assorbirli. Perfino i passi dei pochi pedoni in giro non hanno il ritmico battere ordinario, ma quasi non si sentono mentre coloro che camminano hanno quasi l’impressione di aver varcato un confine invisibile ed essere finiti in una sorta di zona grigia tra la realtà che ben conoscono ed altri mondi solo immaginati in cui tutto può accadere ed in cui le più oscure paure sembrano prendere una forma sinistramente concreta.

Elizabeth Scott sta tornando a casa. Sino a poche settimane fa, questa giovane donna era una delle serve di Dracula, asservita a lui per mezzo dei suoi irresistibili poteri ipnotici, rafforzati dal morso del vampiro. Dracula, com’era solito fare con molti suoi servi scelti tra i viventi, aveva cura di non succhiarle mai troppo sangue: non aveva interesse a creare una nuova vampira, solo ad avere degli schiavi obbedienti che facessero il suo volere mentre lui riposava durante il giorno nella sua bara. Elizabeth era una di queste schiave e non aveva altra volontà che non fosse quella del suo padrone. In nome di questa volontà era stata la custode di un bambino, poco più di un neonato, di nome Quincy Drake, discendente diretto di Dracula ed aveva avuto l’ordine di proteggerlo con la sua stessa vita e, nel caso estremo, di ucciderlo perché non cadesse nelle mani dei nemici del suo padrone. Era quanto si apprestava a fare la notte in cui le forze di un’unità speciale di Scotland Yard invasero la casa del suo padrone, ma improvvisamente accadde qualcosa: il velo che le ottenebrava la mente si sollevò e lei si ritrovò a chiedersi dove fosse e cosa ci facesse con una pistola in mano puntata contro un bambino. Non poteva sapere che Dracula era morto e che, di conseguenza, la sua presa su di lei si era dissolta.

Così Elizabeth si è ritrovata di nuovo padrona della sua vita, dopo anni come schiava di Dracula ed ha scoperto di sentirsi a disagio. Spesso si ritrova a fare sogni di cui al mattino non ricorda niente, ma che la lasciano con un vago senso d’inquietudine. Riadattarsi a provvedere a se stessa non è stato facile. Paradossalmente si è ritrovata talvolta a pensare che forse le cose erano migliori quando c’era Dracula a pensare per lei, quando era una schiava senza volontà.

Bisogna stare attenti ai propri desideri o potrebbero avverarsi.

-Elizabeth Scott!-

            La voce esce direttamente dalla nebbia ed Elizabeth rimane sconcertata, poi dalla nebbia si condensa una figura, quella di una donna dalla carnagione pallida che indossa una tuta aderente nera con una profonda scollatura, una mantella che le ricade sulle spalle ed i cui lunghi capelli neri sono fermati da una tiara dorata. La cosa che più colpisce Elizabeth sono gli occhi: profondi, magnetici e rossi come il fuoco dell’inferno. Lei conosce quegli occhi.

-Io sono Lilith, Signora dei Vampiri.- proclama la nuova venuta avvicinandosi ed anche senza vederli Elizabeth sa che dalle sue labbra stanno spuntando canini affilati –Tu eri schiava di mio padre, Dracula, ora, come tutto quello che era suo,  appartieni a me.-

            Elizabeth si abbandona allo sguardo della vampira e non si oppone al suo morso, anzi lo accoglie quasi con gioia.

            E se grida, la nebbia assorbe il suo grido, la nebbia nel cui umido abbraccio tutto sembra non essere nemmeno reale.

 

 

 

 



 

#27

 

NEBBIA

 

 

1.

 

 

            Tutti quelli che lo conoscono lo chiamano semplicemente Ispettore Capo Chelm, il suo nome di battesimo non viene mai usato, tanto da far sospettare che non ne abbia nemmeno uno, il che è ovviamente impossibile. L’Ispettore Capo Chelm è al comando di una delle squadre più bizzarre di Scotland Yard, la cosiddetta Squadra Antivampiro, composta, oltre che da lui, anche dall’Ispettore Katherine Fraser, i Sergenti Jordan e Henderson e quattro agenti, tutti ben addestrati nell’uso delle armi tradizionali e di quelle speciali richieste dal singolare tipo di soggetti a cui danno la caccia. Tutti quegli uomini e donne hanno dovuto convincersi, dopo un iniziale scetticismo, dell’esistenza dei Vampiri e di altre creature soprannaturali, ma quando hanno accettato la dura realtà non si sono tirati indietro di fronte al compito che li attendeva.

            Per lungo tempo la Grande Londra è stata pressoché libera dal contagio dei vampiri, poi, piano piano, è ricominciata una sorta di epidemia che nemmeno la morte di Dracula, il Signore dei Vampiri ha frenato. Anche dopo che il ritorno a Londra del diabolico Conte, gli omicidi vampirici si erano mantenuti ad un livello accettabile, per così dire, dopotutto, nemmeno Dracula stesso ci teneva a popolare la città o, peggio ancora, il mondo di vampiri. Ultimamente, però, le morti vampiriche si sono moltiplicate in maniera esponenziale, raggiungendo dei picchi molto alti negli ultimi giorni: la sola spiegazione possibile è che alcuni membri della legione di vampiri che si era precipitato a Londra per il grande raduno in cui Lilith, la figlia di Dracula, si è guadagnata il trono che era stato del padre, sia rimasto in città.

            In parole povere: ci sono guai all’orizzonte.

-Credo che dovreste vedere questo, signore?- gli dice il Sergente Henderson.

-Di che si tratta?-

-Un rapporto su certe cose che stanno accadendo nell’area di Lambeth. Pare che ci sia stata un’improvvisa recrudescenza di malattie strane: la gente deperisce senza motivo apparente e poi c’è stata un’invasione di topi e… un caso di peste.-

-Peste? Ma com’è possibile? Comunque, mi pare un caso più adatto alle autorità sanitarie che a noi, cosa le fa credere che ci siano di mezzo vampiri o altre entità soprannaturali?-

-Beh, signore, ho letto il resoconto di Mr. Drake su quella specie di raduno di vampiri di qualche tempo fa e… beh parlava di un vampiro tedesco dall’aspetto rivoltante ed io mi sono ricordato di certe cose che ho, letto su uno dei libri sul vampirismo... sul fatto che alcuni di loro fossero creduti apportatori di malattie. Certo dovrei riguardare quel capitolo, ma…-

-Ho capito. Va bene, Henderson, prenda un uomo con se e vada a ficcanasare da quelle parti e poi mi faccia sapere.-

-Certo signore, provvedo immediatamente.-

            Vampiri dall’aspetto mostruoso, pestilenze, topi, quasi, quasi era meglio quando c’era Dracula a dirigere tutto, ma forse è meglio che non ci pensi nemmeno.

 

            La donna accavalla le gambe e l’attenzione del giovane Solicitor Robert Sinclair è inevitabilmente distratta. C’è qualcosa in quella donna, non sa dire cosa sia, ma la sente distintamente, un’atmosfera di seduzione, la definirebbe con terminologia un pò desueta. Ha detto di chiamarsi Llly Drake, indossa un tailleur nero con gonna appena sopra al ginocchio, scarpe nere con tacchi alti ed una camicia bianca dalla cui scollatura emerge uno strano pendente: sembra un drago sormontato da un pipistrello ed apparentemente sembra fatto d’oro e pietre preziose. I capelli della donna sono di un nero corvino, raccolti a coda di cavallo, le labbra piene e rosse su una carnagione pallida, quasi bianca. Porta gli occhiali ed i suoi occhi…. Per quanto si sforzi, Robert Sinclair non riesce a dire di che colore siano: ora gli appaiono di un nero più intenso dell’inchiostro di seppia, della più oscura notte senza stelle; l’attimo dopo gli sembrano rossi come il fuoco dell’Inferno ed anche questa è una similitudine che trova strano che gli sia venuta alla mente.

-Non so se potremo venirle incontro Miss Drake, stando alla documentazione che ho raccolto, di Carfax e delle proprietà di Mr. V.T. Drake è stato nominato custode un certo Mr. Francis John Michael Arthur Drake, che immagino sia anche lui un parente.-

-In effetti, è mio… cugino, ma non ci frequentiamo molto . Immagino che lei possa aiutarmi, dopotutto io sono la legittima erede di mio padre.

-Oh, beh, immagino che con l’appropriata documentazione sarà possibile convincere il Giudice. Per quanto riguarda, invece, la vecchia proprietà Westenra a Whitby non ci sono stati problemi. È abbandonata da anni e gli attuali proprietari sono stati felici di sbarazzarsene.

-Bene, voglio trasferirmici al più presto. Provveda lei a tutto e ricordi…. Io sono come mio padre…- Sinclair si sente afferrare per la cravatta ed i suoi occhi si puntano in quelli della donna di nome Lily Drake. Per un fuggevole attimo le sembra di vederla mutare, vestita di un’aderente calzamaglia nera, una mantella ed una tiara sui capelli sciolti, mentre lei termina la sua frase -… NON tollero i FALLIMENTI, è chiaro?-

            Dura una frazione di secondo, poi Sinclair la rivede normale… o meglio vede solo i suoi occhi e le sue labbra e nel profondo del suo essere sa che farebbe qualunque cosa per essere baciato da quelle labbra, per poterla stringere e poi… poi…

-Farò tutto ciò che vuole, tutto.- sussurra con convinzione.

            La donna ride:

-Lo so, mio caro Sinclair, gli uomini lo fanno sempre, ma attento: un giorno potrei davvero darti ciò che credi di desiderare, ma non so se ti farei un favore.-

            E così dicendo, esce dall’ufficio lasciando Robert Sinclair con un grande senso di vuoto nel profondo del suo animo.

 

 

2.

 

 

            Quando l’alta figura di Taj Nital emerge dalla folla che esce dal lungo corridoio del Terminal della Air India all’Aeroporto internazionale di Heahtrow, Frank Drake pensa subito che non è cambiato molto dall’ultima volta che si sono visti, ormai parecchi anni fa, forse ha qualche filo grigio in più nella barba, ma il tempo passa per tutti in fondo. Frank non ha mai incontrato la donna in sedia a rotelle che Taj sta spingendo, ma ne ha sentito parlare: è la moglie di Taj. Quando i due lo notano, lo raggiungono immediatamente.

-Bentornato nel Regno Unito, vecchio amico.- lo saluta Frank –Sono felice di rivederti.-

            Taj sorride silenzioso. Non potrebbe rispondere nemmeno se lo volesse: molti anni fa un esercito di vampiri, guidato da Dracula in persona, assalì il suo villaggio nel distretto di Jajpur in India; in quell’assalto Taj si ritrovò con le corde vocali spezzate, cosa che gli ha lasciato una cicatrice sulla gola ed un permanente mutismo. Il peggio, però accadde a sua moglie, che perse le gambe ed al figlio che fu vampirizzato. Fu questa serie di eventi a spingere Taj ad unirsi al gruppo di cacciatori di vampiri di Quincy Harker, finché non decise di riunirsi a quel che rimaneva della sua famiglia. Ora, però, ha deciso di rispondere all’appello di Frank.

-È un piacere conoscerla Mrs. Nital.- è il saluto di Frank alla moglie di Taj –Spero che abbia fatto un buon viaggio.-  

-Mi chiami Kanti, Mr. Drake.- risponde lei –E sì, è stato un buon viaggio, grazie alla sua generosità.-

-Dovere… Kanti e per favore, mi chiami Frank. Ora, se permettete, vi accompagnerò al vostro alloggio. Taj lo conosce bene, ci ha abitato durante il suo precedente soggiorno in Inghilterra, vero Taj?-

            Dal gigante indiano solo un cenno d’assenso, poi il gruppetto si avvia verso un’auto in attesa. Con molta delicatezza, Taj prende tra le sue forti braccia la moglie e la deposita sul sedile posteriore, aiutandola ad allacciarsi le cinture di sicurezza, poi ripiega la sedia a rotella e la porta sino al bagagliaio, quindi si siede accanto a lei. Frank nota come tra i due ci sia una profonda comunicazione non verbale, un’intesa che genera tra loro una comprensione quasi immediata e si scopre ad invidiargliela.

 

            La nebbia si è levata presto quest’oggi e penetra fin nelle ossa dei passanti che si affettano verso le loro occupazioni mattutine. Scende sulla città come una cappa che tutto nasconde e la visibilità si riduce man mano che i raggi del sole faticano a penetrarla. 

In un’elegante casa costruita durante la Reggenza e che sembra un curioso mix tra una cattedrale gotica e Buckingham Palace, opera di un architetto un po’ visionario, regna una calma assoluta. Non un rumore si ode nelle sue sale, non un segno di vita, perché non c’è vita in questa casa, non vita come la concepiamo noi almeno. Quella che una volta era la cantina è stata riadattata laboratorio scientifico, ma vi sono cose che non trovereste in un normale laboratorio. Tanto per cominciare c’è la figura appesa alla parete, trattenuta mani e piedi da quattro robusti chiodi di legno: un tempo doveva essere stata una donna, una bella donna probabilmente, ora di lei rimane poco più di uno scheletro ricoperto da un vestito da sera, strappato in più punti, anche se appare di fattura recente. Cosa strana, se si pensa che la donna sembra chiaramente morta da mesi, se non da anni. Probabilmente la causa della morte è un paletto acuminato fatto di legno e che fuoriesce dal suo petto, dopo averle chiaramente spaccato il cuore. Continuando a guardarsi intorno, lo spettatore che fosse riuscito a superare lo shock per la vista del cadavere crocifisso, troverebbe altre cose molto strane in quel laboratorio, ad esempio la raccolta di parti umane conservate in contenitori sterili ordinatamente riposti su scaffali appoggiati su un’altra parete e forse sgranerebbe gli occhi ed urlerebbe, accorgendosi che una delle teste, quella di una giovane donna, muove gli occhi e la bocca, come cercando di parlare, come se, pur se staccata dal collo, fosse ancora viva.

            Abbandonando la cantina e passando alla casa vera e propria ci si renderebbe conto che sembra vuota, ma entrando in una delle stanze del piano superiore si troverebbe un unico oggetto: una bara di legno dentro cui riposa un uomo dai capelli, baffi e barbetta bianchi. Morto senza alcun dubbio, questa sarebbe la conclusione, almeno finché il timido sole non iniziasse l’ultima parte del suo cammino giornaliero. Proprio allora, nel momento stesso in cui inizia la fase del giorno chiamata tramonto, gli occhi dell’uomo si aprono mostrando delle iridi rosse e le sue labbra si stirano in un sinistro sorriso, scoprendo due lunghi ed affilati canini: Deacon Frost è di nuovo sveglio.

 

            La nebbia sembra qualcosa di vivo un freddo sudario che avvolge la realtà sino a farla scomparire. I punti di riferimento sembrano non esistere più e si ha l’impressione di avanzare in una dimensione fatta di nulla, solo il rumore dei propri passi sul selciato ti fa capire di essere ancora su questa terra. Ogni tanto s’incontra qualche timida luce che, però non riesce a fendere completamente l’impalpabile muro di nebbia, ma anzi gli dà un tono ancora più irreale; i pochi passanti sembrano uscire dal nulla e nel nulla tornare dopo pochi passi e le figure intraviste nella nebbia sembrano, a volte, la materializzazione degli incubi più oscuri, invece sono uomini e donne come gli altri… ma non sempre.

            Jack Matthews è un uomo come tanti, giovane impiegato pubblico, un appartamentino senza pretese a Barnet, qualche ragazza ogni tanto. Gli amici lo vedono uscire dal pub alle sette di sera ed immergersi nella nebbia. Vedono la sua figura tremolare alla debole luce dei lampioni e poi non la vedono più  Qualcuno crede di vedere per un attimo anche un’altra figura alle sue spalle: quella di una donna, che appare alla debole luce del lampione per poi scomparire nelle tenebre e si chiede se per caso non l’abbia sognata.

 Domani la nebbia si alzerà ed i primi passanti del mattino noteranno l’uomo appoggiato ad uno dei lampioni… lo noteranno e passeranno oltre, convinti che si tratti di qualche ubriaco, poi qualcuno si fermerà e si accorgerà che è morto, la pelle del viso ingrigita, le dita rattrappite e sul volto un’espressione di stupore mista a qualcosa d’indefinibile… e neanche una goccia di sangue in corpo.

 

 

3.

 

 

            C’è una sezione speciale nell’’ufficio del Coroner di Inner West London in cui sono mandati dei cadaveri la cui causa di morte esula dai normali parametri per entrare nel territorio del paranormale. A guidare il piccolo team di inusuali specialisti c’è un medico legale che risponde al nome, forse un po’ pretenzioso, di Charles James Arthur Quincy Seward e con il soprannaturale ha una certa familiarità: non solo perché è discendente diretto di uno dei cinque uomini che si opposero a Dracula quando si trasferì a Londra oltre un secolo fa, ma anche perché lui stesso è stato fatto oggetto dell’attacco di una vampira ed è sopravvissuto a malapena.  Ancora adesso ci sono delle notti in cui si sveglia di soprassalto e gli pare di sentire il pulsare delle piccole ferite lasciate dai canini di Rachel Van Helsing, un’illusione, perché le ferite sono scomparse dal suo collo subito dopo la morte della vampira 

            Stasera Seward si è riservato il turno di notte e non gli costa fatica, o almeno così si dice lui stesso. Dopotutto è single ed a casa sua non c’è nemmeno un cane che sentirebbe la sua mancanza. Come sempre gli accade, il primo sentimento che prova quando vede il cadavere che deve esaminare è un senso di profonda pietà per una vita spezzata in modo violento, in questo caso, poi, la vittima è giovane.  Seward accende il registratore e comincia a parlare con voce distaccata:

-La vittima è un maschio bianco dell’età apparente di 25 anni, stando ai documenti trovatigli in tasca, il suo nome è Peter Allen. È emerso dal Tamigi oggi pomeriggio Nessun segno di decomposizione e sembra che la permanenza in acqua non abbia intaccato il corpo, il che farebbe e pensare che la suddetta permanenza sia stata molto breve… se le circostanze della sua morte fossero state normali. Il collo mostra i caratteristici forellini gemelli, segno inequivocabile del morso di un vampiro. Resta da vedere se è stato il dissanguamento la causa della morte od altro. Mi accingo ad aprire il torace e... ahg... –

            Mentre Seward sta parlando, il braccio destro del cadavere è improvvisamente scattato verso l’alto e gli ha afferrato il collo stringendolo, mentre il morto stesso si rizza a sedere sul tavolo delle autopsie e pronuncia una sola parola:

-Sete!-

 

            La giovane donna non riesce a dormire. Si alza dal letto ed infila una vestaglia sopra la corta camicia da notte e si avvicina alla finestra. La nebbia avvolge ancora Londra, coprendo ogni cosa alla vista. Presto sarà di nuovo giorno e le cose sembreranno diverse… o almeno lei lo spera.

Il nome della giovane donna è Viktoria Von Frankenstein, ultima erede di una nobile famiglia tedesca che in molti considerano leggendaria e collegano inevitabilmente ad una creatura fatta di pezzi di cadaveri a cui un folle scienziato avrebbe infuso la vita con un procedimento che da scientifico è sconfinato quasi nella magia. Il suo antenato forse era folle, ma era davvero geniale, su questo non c’è alcun dubbio. Ora i suoi appunti, le sue formule sono nelle mani di una creatura ancor più leggendaria: un vampiro. Deacon Frost, però, non è solo un vampiro, è anche un valente scienziato, chissà cosa potrebbe combinare con in mano il frutto del lavoro di Viktor Frankenstein?

Viktoria lascia la camera da letto e si dirige verso la cucina del piccolo appartamento che lei ed i suoi compagni hanno affittato durante il loro soggiorno a Londra. Una soluzione costosa, forse, ma più discreta di un albergo, vista la natura di uno dei suoi accompagnatori, il quale, tanto per gradire, si trova proprio in cucina intento a mangiare. C’è un solo modo adeguato per descriverlo: è il Mostro di Frankenstein e basta questo per definirlo. Certo, bisogna ammettere che mostro non è esattamente il miglior modo per definirlo. Colui che negli ultimi tempi si fa chiamare Adam Dippel è in realtà una creatura molto sensibile e sono lontani i tempi in cui era preda di una furia terribile che lo ha portato anche all’omicidio, anche se duecento anni non bastano per espiare le sue colpe, o almeno così lui pensa. Proteggere Viktoria è un modo per fare ammenda per il male che ha causato alla sua famiglia sin da quando il Barone Viktor Von Frankenstein lo portò per la prima volta alla vita. A dir la verità, Adam ha anche altri motivi per interessarsi a Viktoria, ma non li confesserebbe mai, forse nemmeno a se stesso, dopotutto, quali possono essere le prospettive di un mostro?

-Non riuscivi a dormire neanche tu?- gli chiede Viktoria.

-Non dormo mai molto.- è la risposta.

            Viktoria si prepara un po’ di tè

-Hai davvero intenzione di cercarlo?- chiede improvvisamente Adam.

            Lei lo guarda sorpresa e risponde:

-Parli di Frost? Ci hanno detto che è morto, ma vorrei ritrovare il suo rifugio e le formule prima di tornare in Svizzera.-

-Non parlavo di Frost e lo sai… parlo di quell’altro, il cavaliere nella scintillante armatura: Bram Velsing, il Dreadknight.-

            Viktoria lo guarda con aria sorpresa

-Non… non sappiamo se è davvero lui… abbiamo solo poche immagini e non troppo nitide, ma… si: vorrei sapere se è lui.

-E quand’anche lo incontrassi faccia a faccia, cosa credi che accadrà?Cosa?-

            Viktoria rimane senza risposte

 

            La stretta del vampiro è forte e Charles Seward si sente mancare il fiato e si ritrova ad agitare le braccia. Ciò non lo salverebbe dal vedersi schiacciare la laringe o peggio, se non fosse per un particolare che fa la differenza. Improvvisamente il vampiro ritrae la sua mano come se avesse toccato del ferro rovente e dal suo punto di vista è così, perché le sue dita hanno toccato il crocefisso dorato che Charles porta al collo sin dal suo primo incontro con Rachel Van Helsing. Charles si appoggia alla parete riprendendo fiato, mentre le gambe gli tremano

-Cosa… mi… succede?- la voce del vampiro è profonda ed incerta. È chiaramente disorientato, l’esperienza del suo risveglio come vampiro ha di sicuro qualcosa di traumatico.

-Non… non… ricordi niente?- chiede Charles. La sua curiosità scientifica sta prendendo il sopravvento momentaneo sulla paura e lo shock.

-No… io… non so… c’era una donna…bella… no… non solo bella…c’era qualcosa in lei… d’irresistibile… e poi mi si è avvicinata… ha schiuso le labbra e… non riesco a ricordare altro… a parte… che… ho sete… e tu mi disseterai!-

            Il vampiro gli salta addosso, ma stavolta Charles reagisce e gli para davanti crocefisso.

            Il vampiro urla e si ritrae sibilando come un serpente. Si mette a girare intorno a Seward come se cercasse un punto debole da attaccare.

            E adesso che faccio? Si chiede Charles,  non posso restare attaccato alla parete per sempre. Sono stato uno sciocco: non avrei dovuto farmi ingannare dallo stato del cadavere e pensare che poteva anche essere stato nel fiume per tre giorni, i vampiri non si decompongono durante il periodo d'attesa del risveglio. La mia fortuna è che in questi primi momenti dopo il risveglio è ancora confuso e non riesce a pensare lucidamente, è ottenebrato dalla sete di sangue, agisce d’istinto, come un animale.

Improvvisamente le porte della sala autopsie si aprono ed entrano due inservienti.

-Dottore... ha già cominc...-

            Le parole muoiono in gola all’uomo quando vede il presunto morto, in piedi, nudo e con la bocca spalancata, i canini mutati in zanne, mentre ringhia, poi il vampiro urla:

-Sete!-

            E si getta addosso ai due malcapitati. Rotola sopra ad uno azzannandolo alla gola. L’altro prova ad afferrarlo per scostarlo dal compagno, ma il vampiro lo sbatte lontano con un semplice gesto. A questo punto, però Seward ha afferrato il piccolo ed acuminato paletto di frassino che tiene sempre su un ripiano e lo spinge con forza nella schiena del vampiro, pregando di riuscire a cogliere il cuore al primo tentativo… potrebbe non averne un secondo.

            L’urlo del vampiro è acuto mentre muore per la seconda volta, poi, dopo aver tremato s’immobilizza definitivamente.

            Seward aiuta l’inserviente a rialzarsi.

-Fatti dare un’occhiata, Higgins.- gli dice –Tranquillo… non hai perso troppo sangue e la ferita si rimarginerà presto, vedrai. Per precauzione faremo qualche controllo. E tu Collins?-

-Un po’ di mal di testa, ma niente di rotto, mi sembra, risponde l’altro infermiere, poi indica il vampiro -Quella… cosa… è morta?-

-Quella cosa era un uomo e... si… è morto… almeno per ora ed è il caso di fare quel che va fatto perché lo rimanga.-

            Seward ripensa alle parole del vampiro: una donna, è stato vampirizzato da una donna. Ma chi? Alice Hastings o magari la stessa Lilith? Dracula può anche essere morto, ma il pericolo non è affatto cessato.

 

 

4.

 

 

            Come sempre il sogno è vivido, come se fosse reale. Lui è già stato qui altre volte, sa che dovrebbe riconoscere il luogo, ma non vi riesce… e poi la voce che esce dalle tenebre:

-Non puoi sbarazzarti di me, mio discendente… il tuo destino è scritto nel sangue e tu non puoi sfuggirgli.-

            Ora lo vede: l’alta e slanciata figura completamente nera su cui spiccano due occhi rossi come il fuoco dell’Inferno. I canini appuntiti che brillano alla luce della luna ed ancora ode la sua voce:

-Non puoi sfuggire al tuo destino, perché il mio sangue scorre nelle tue vene ed ora e per sempre tu appartieni alla stirpe di DRACULA!-

            Frank Drake si sveglia di soprassalto Quante volte ha fatto quel sogno negli ultimi tempi? Troppe. Possibile che sia così ossessionato dal suo antenato vampiro? Dracula è morto e lo resterà… deve.

-Frank… va tutto bene?- voce di Katherine Fraser è ancora impastata dal sonno  Per un attimo Frank aveva quasi dimenticato di trovarsi nel suo appartamento.

-Certo…- risponde lui -… è stato… solo un incubo.-

            La giovane funzionaria di Scotland Yard gli sfiora la spalla.

-Vuoi parlarmene?- chiede.

-Non c’è molto da dire. Ho sognato Dracula. Pare che non riesca a liberarmi della sua ombra. Mi era già capitato altre volte dopo che… beh… che è morto. Sempre ammesso che si possa usare un simile termine con uno come lui.-

-Temi che sia vivo?-

-Lo temo sempre, ma stavolta… non avrebbe mai abbandonato di sua volontà l’Anello del Drago, il simbolo della sua… della nostra famiglia e men che meno il cammeo con il ritratto di sua moglie Maria. No, stavolta è davvero morto.-

-Ho notato che li porti sempre con te… l’anello ed il cammeo.-

-Beh… perché no? Dopotutto sono miei di diritto, giusto? A quanto ne so, io e mio figlio Quincy siamo gli ultimi rimasti della dinastia dei Dracula… a parte Lilith ovviamente.-

            L’ultimo dei Dracula, il pensiero provoca un brivido in Kate Fraser. Pensa a come la relazione tra lei e Frank si sia sviluppata molto velocemente, subito dopo la morte di Dracula e non può fare a meno di pensare a come sentisse una sorta di attrazione proprio verso il Signore dei Vampiri e di come lui la trovasse speciale proprio per il suo essere somigliante alla sua amata moglie da tempo scomparsa. Ha iniziato una relazione con il discendente di Dracula perché non poteva avere l’originale? È un pensiero che non la fa stare bene. Si stringe al giovane uomo e sussurra il suo nome. Frank si volta a guardarla, le prende il viso tra le mani, poi la bacia ed insieme provano ad allontanare i pensieri più cupi.

 

            Mi chiamo Hannibal King e di professione sono un investigatore privato. Avete presente i bei vecchi film anni 40 con Humphrey Bogart, Robert Mitchum o Alan Ladd? Si? Allora dovete essere un bel po’ più vecchi di quel che pensavo. Comunque sia, io sono proprio come loro, compreso un impermeabile un po’ stazzonato, una patina di cinismo ed una certa propensione a fare il paladino, specie quando a chiedere il mio aiuto è qualche bella signora. A dire il vero è un bel po’ che non ricevo richieste d’aiuto da ragazze col fisico da modella e lo sguardo da cerbiatto ferito… e ad essere ancora più onesti, rispetto a quelle famose icone della narrativa contemporanea ho qualcosa in più ed è qualcosa che preferirei non avere, credetemi sulla parola.

            In questo momento invece di trovarmi nel mio ufficio di Los Angeles senza molto altro da fare, a parte contemplare le forme abbastanza generose della mia segretaria, che, come il 90%  delle donne (e uomini) della Città degli Angeli, sogna di sfondare come attrice, mi trovo nella cara vecchia ed umida Londra e non avendo di meglio da fare mi aggiro nella nebbia aspettando che qualcosa accada. E credetemi quando ve lo dico: con me in giro accade inevitabilmente qualcosa… e quasi mai è qualcosa di piacevole Il grido che odo improvvisamente ne è l’ennesima prova.

            Una persona qualunque faticherebbe a capire da dove è venuto il grido, ma io individuo immediatamente la provenienza esatta  e corro subito in quella direzione. Naturalmente sarei più rapido se… ma lasciamo perdere, ho giurato di non farlo… mai.

            Quasi sbatto contro l’inferriata del cancello del cimitero. Ci penso un po’ su, poi la scalo e mi lascio cadere dall’altra parte. Mi muovo nella nebbia fitta, le grida ora sono ridotte a flebili lamenti. Mentre vado avanti mi rendo conto di conoscere questo posto: il cimitero di Highgate. Quando ci venni l’ultima volta ero praticamente in trance ed obbedivo ad una sorta di richiamo irresistibile, ma stavolta sono pienamente padrone di me stesso e so cosa aspettarmi.

            È quando vedo la ragazza inchiodata alla croce con uno squarcio all’altezza del cuore che so di essermi sbagliato: qualunque cosa mi aspettassi non era questo, decisamente non questo.

 

            Angel O’Hara ha appena concluso il turno di notte al giornale dove lavora. Da tipica novellina le sono toccati i turni peggiori, ma non si lamenta: almeno è un lavoro che sa fare bene e mantiene decorosamente sia lei che suo figlio e Dio solo sa se non è importante. Il piccolo Ted dorme ancora quando lei rientra nel suo appartamento, ma tra poco dovrà svegliarlo ed accompagnarlo a scuola, poi si concederà qualche ora di sonno. Intanto meglio preparare una robusta colazione.

.           Mentre pensa queste cose, guardando il figlio che dorme pacificamente, Angel non si accorge della nebbiolina sottile che alle sue spalle si condensa in una forma di donna… la forma di Lilith, la Figlia di Dracula. Non se ne accorge, cioè, sino a quando una voce non le sussurra  all’orecchio:

.Buona giornata Angel.-

            La ragazza si volta di scatto ed esclama:

-Lilith… cosa fai qui? Cosa vuoi?-

            La vampira sorride malignamente mentre risponde:

-Sono venuta a chiederti di fare una cosa per me.-

-No! Non farò niente per te, vattene da qui, lasciami in pace!-

            Lilith fa un passo verso di lei e le accarezza i capelli

-Temo che non sia possibile, cara Angel. Vedi, io e te siamo legate, che ci piaccia o meno e per via di questo legame io ti ho scelta come… mio agente. Tranquilla, però, non sarai una semplice schiava: Tu ti sottometterai a me di tua spontanea volontà.-

-Non lo farò mai… mai!-

-Mia dire mai, mia cara.-

            Lilith si siede ai bordi del letto dove il figlio di Angel ancora dorme del tutto ignaro di quanto accade intorno a lui. La Regina dei Vampiri gli accarezza con gentilezza la testa.

-È davvero un bel bambino.- dice –Ed è anche fortunato, ha una madre che lo ama e che farebbe tutto per lui….vero?-

            Le dita di Lilith si serrano alla gola del piccolo Ted Halloran che continua a dormire.

-No! Non oserai.- esclama Angel –Nemmeno tu puoi essere così crudele.

-Tu non sai quanto io so essere crudele Angel e prega di non doverlo mai scoprire. Non temere, però: nulla di male accadrà a tuo figlio. Come te, egli gode della personale protezione di Lilith e se qualcuno dovesse solo torcergli un capello, soffrirà mille inferni prima di morire… ma tutto questo ha un prezzo, Angel.-

-Tu vuoi la mia anima.-

-Come sei melodrammatica. Dopotutto quello che ti chiedo è solo di portare un mio messaggio ad un vecchio amico, tutto qui?-

-C… chi?-

-Martin Gold, ti ricordi di lui? Sono certa di si. E lui si ricorda di te,  come avrebbe potuto dimenticarti? Tu lo chiamerai e lo raggiungerai a New York.-

-E… poi?-

            Lilith sogghigna scoprendo i suoi candidi canini allungati ed infine risponde:

-E poi… credo che scorrerà un po’ di sangue.-

 

 

FINE VENTISETTESIMO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Eccoci giunti al termine di un episodio che serve da preparazione per un nuovo ciclo di questa testata, che comincerà veramente dal prossimo episodio. Intanto, davvero pochissime note.

1)     Nel Regno Unito la professione legale è divisa in due branche: il Solicitor, che da consigli legali, svolge funzioni di notaio e rappresenta le parti nelle liti ed il Barrister (in Scozia Advocate) che invece è abilitato a difendere nelle corti di giustizia. Avrei potuto tradurre Solicitor come Procuratore Legale, ma non sarebbe stato del tutto corretto ed alla fine ho deciso di lasciare il termine in originale.

2)     Taj Nital era l’unico degli originali cacciatori di vampiri della serie Tomb of Dracula che mancasse all’appello. Eccolo quindi riunirsi ai vecchi amici giusto in tempo per affrontare i pericoli che verranno.

3)     Ritorna Angel O’Hara, la ragazza che per breve tempo, anni fa, condivise il corpo con Lilith  Ora la Figlia di Dracula ha dei piani per lei e potete star sicuri che non saranno molto piacevoli per qualcuno.

Nel prossimo episodio: Lilith trama nell’ombra, Blade decide di tornare a casa, Hannibal King dà la caccia ad un serial killer… forse... e ritorna la Legione della Notte.

 

 

Carlo.